lunedì 7 novembre 2011

Anziano io?

Qual'è la condizione psicologica degli anziani che vivono in residenze o case di riposo? La condizione è uguale per la donna che per l'uomo? Vivono più donne o più uomini in esse? La depressione è quasi sempre dietro l'angolo per molti anziani.  Questa condizione rende ancora più complessa la difficile situazione che vivono le persone anziane.

1 commento:

  1. Quando Isabel, la mia collega educatrice mi ha sottoposto la lettera di questo scritto, che qualunque madre del mondo avrebbe potuto scrivere al proprio figlio, ho provato un grande sconcerto ed una profonda comprensione. La mia non è più una età verdissima ed anche se mi misura segnali del mio personale invecchiamento incominciano a condizionareil mio stile di vita e questo devo confesare mi crea qualche problema. Lo sfogo doloroso di questa anziana madre cosi semplice ma cosi sofferto nell'evidenziare gli sfoghi dell'età senile mi hanno fatto pensare a tutte le persone anziane che hanno attraversato la mia vita in questi anni lasciandomi un bagaglio prezioso.
    Ricordo tutti quelli che lamentavano la gravità di rinuncie, quelli che non si consegnavano ad un luto, quelli che si vergognavano per la mancanza di legami affettivi, pur non volendo prendere consapevolezza dell'abbandono da parte dei propri cari. Ricordo una donna bellissima che non riusciva ad accettare la decadenza del proprio corpo e lo considerava straneo da se, e di un'altra che aveva trasformato la sua sofferenza per la disabilità in una lamentosità cosi pervasiva che metteva a dura prova la pazienza di tutti noi operatori. E quel vecchio dirigente delle poste che piangeva disperato ad ogni macchia sulle sue immacolate camicie che puntualmente si faceva a causa di un parkinson, aveva compromesse tutte le sue abilità manuali. E quella vecchina minuta e gracile che in una mostra snervante ripeteva continuamnte nome e cognomi di persone a lei conosciute alle quale non riusciva più ad associare un volto, un ricordo, un legame affettivo a causa di un aperdita di memoria.
    Concludo questo viaggio della memoria con un'affermazione; ogni madre bisognosa e sofferente dovrebbe avere il coraggio di scrivere una lettera al proprio figlio ed ogni figlio dovrebbe avere la pazienza di leggerla

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